LE ATTIVITA’
Tutte le attività del Nido sono espresse in forma ludica.
Questa scelta pedagogica è dettata del pensiero che il gioco è la principale attività del bambino e riveste un ruolo formativo determinante per lo sviluppo della sua personalità. Esso nasce da un bisogno interiore che lo spinge a muoversi, ad agire, ad operare sulle cose che lo circondano e ad inventare le cose che vorrebbe possedere. Il gioco è considerato come il modo più naturale di costruire i propri modelli di conoscenza e comportamento.
LE ROUTINES
Particolarmente importanti all’interno del nido sono le routine: cambio, pranzo, sonno, il momento dell’accoglienza al mattino e del ricongiungimento pomeridiano. Le routine rappresentano un evento fondamentale per i bambini, in quanto consentono loro, attraverso la ripetizione rituale di riuscire a prevedere quello che accadrà e quindi di acquistare sicurezza.
L’accoglienza e il ricongiungimento
Al nido parlare delle routine di entrata e di uscita, significa parlare del “lasciarsi” e del “ritrovarsi”.
L’ingresso è un momento particolarmente importante, in quanto separarsi non è facile, pertanto per facilitare questo momento vengono attivate particolari strategie.
– Strutturazione delle routine di entrata e di uscita
– Ritrovarsi sempre nello stesso spazio (arredi-giochi)
– Ritrovare un gruppo di bambini riconoscibili
– Ritrovare un rituale, una modalità che dia la possibilità al bambino di prevedere quello che accadrà
– Ritrovare uno spazio ben strutturato dalle educatrici nel quale il bambino verrà accolto.
Il pranzo
Il pasto deve essere considerato in primo luogo l’occasione di una relazione piacevole e stimolante sia per il bambino sia per l’educatrice. I bambini devono poter vivere il momento del pranzo in modo tranquillo e piacevole.
La relazione con il cibo coinvolge aspetti affettivi, sociali e cognitivi, perciò le modalità con cui questa relazione viene proposta al bambino e si sviluppa, incidono sulla qualità della relazione.
Nel periodo della fase orale l’educatore tollera il pasticciare con il cibo, in quanto la conoscenza del mondo delle cose avviene attraverso la bocca. In questo modo si sperimentano sensazioni tattili, olfattive, gustative, visive e di manipolazione.
Con i bambini più grandi che hanno già esperienza di manipolazione del cibo e sanno già usare il cucchiaio e la forchetta , si cercherà di consolidare abilità di coordinazione oculo-manuale.
Il momento del pasto inoltre offre stimolazioni linguistiche, in quanto costituisce la situazione giusta per fissare il nome degli oggetti e degli alimenti e offre l’occasione ai bambini di parlare tra loro.
Il cambio
Il momento del cambio è considerato un momento privilegiato che permette a bambino ed adulto di sviluppare un rapporto di reciprocità. Il bambino non è trattato come un oggetto, ma come un bambino in grado di rispondere alle sollecitazioni dell’adulto, e di essere capace di prendere parte attiva al momento del cambio.
Il bambino piccolo vive con l’educatrice un maggior contatto fisico che riguarda il modo di essere contenuto tra le braccia, toccato e accudito. Importante è la dolcezza dei gesti, movimenti teneri e delicati che esprimono interesse e attenzione nei suoi confronti. L’adulto che interagisce con il bambino spiega quello che sta facendo: la spiegazione si associa alla rappresentazione dell’oggetto (vestiti, scarpe , parti del corpo ecc.) che sarà utilizzato contribuendo in questo modo a sostenere lo sviluppo del linguaggio.
Per il bambino più grande il momento del cambio costituisce l’occasione per uno scambio verbale maggiore con l’adulto che lo invita a provare e a fare da solo sostenendo l’autonomia del bambino che in questo modo prova il piacere e la gioia del “io faccio da solo”.
Il sonno
Il momento del sonno è per i bambini un momento di distacco dalla realtà per cui il bambino ha difficoltà a lasciarsi andare pienamente. Il sonno è un momento delicato ed è importante che possa attuarsi nel rispetto dei ritmi individuali (rituali di addormentamento di ogni bambino). La personalizzazione del lettino, gli oggetti di transizione, permettono al bambino di affrontare con tranquillità e serenità questo momento.
L’educatrice ha un ruolo partecipato e cerca di creare all’interno del gruppo del bambino un clima di intimità stando seduta tra loro e parlando a voce bassa.
IL VALORE DELLE DIFFERENZE
Il progetto educativo del Nido accoglie le differenze e le culture di cui sono portatori i bambini e i loro genitori e dà a queste valore e spazi di espressione. Per farlo organizza intenzionalmente un ambiente-contesto che favorisce i processi di autonomia e autoregolazione da parte dei bambini , personalizza le routines e le attività, presta attenzione ai differenti stili percettivi e cognitivi dei bambini.
Educa i bambini alla socialità, alla capacità di stabilire e mantenere relazioni con gli altri costruttive e gratificanti fatte di negoziazioni e condivisioni, di scoperta di altri punti di vista rispetto al proprio valorizzando, ad esempio, le potenzialità cognitive e relazionali del gioco simbolico e dei conflitti tra i bambini.
Cura intenzionalmente la comunicazione e la relazione con i genitori mediante incontri istituzionali e strumenti di comunicazione e documentazione.
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
Il rapporto fra educatore e genitori determina profondamente la qualità dell’esperienza del bambino al nido; è perciò importante che fin dall’inizio entrambi i soggetti siano coinvolti in un rapporto di fiducia e serenità. Deve essere dedicata particolare attenzione al momento dell’inserimento considerando i tempi necessari all’adattamento e alla familiarizzazione del bambino con l’ambiente e con le persone che vi lavorano. L’educatore deve stabilire una relazione di fiducia e intimità con il bambino con la collaborazione del genitore che faciliti l’instaurarsi di un clima sereno e una continuità affettivo- educativa .
Per agevolare il rapporto con i genitori saranno possibili:
Colloquio preliminare
E’ il primo vero momento di conoscenza tra i genitori e le educatrici, poiché si svolge in modo individualizzato in uno spazio e in un tempo destinato alla singola famiglia. Di norma precede l’inserimento e serve per ‘raccogliere’ tutte le informazioni relative al bambino (abitudini, interessi, allergie….) utili alle educatrici per predisporre nel miglior modo possibile l’accoglienza e l’inserimento del bambino al nido; nel colloquio si comunicano anche varie informazioni tecniche sul servizio (gli orari, il corredo necessario…).
Colloqui individuali
Si tratta di incontri programmati in tre momenti dell’anno oppure in qualunque momento dell’anno realizzati su iniziativa degli educatori o su richiesta dei genitori. Hanno lo scopo di realizzare una comunicazione ed una relazione Nido – famiglia contrassegnata dalla collaborazione, dalla corresponsabilità educativa, dalla ricerca di un’alleanza educativa in cui i reciproci saperi si confrontano e si concordano linee e strategie educative. I colloqui vengono preparati mediante la condivisione all’interno dell’èquipe educative dei contenuti e delle modalità di conduzione. Si differenziano dal colloquio preliminare per la finalità che lo sottende: le educatrici incontrano la famiglia per ‘restituirle’ l’immagine del bambino all’interno del gruppo. È il momento in cui si apre il confronto sui traguardi e sulle autonomie raggiunte e da raggiungere, creando le condizioni per collaborare insieme a favore della crescita e dello sviluppo del bambino; ognuno (nido e famiglia) per compiti e ruoli che gli sono propri.